Se potessi raccontarlo io: intervista immaginaria a un bimbo protagonista di un servizio new born

Le foto new born sono ricordi preziosi per mamma e papà, ma se potessimo chiedere al vero protagonista com’è stata quell’esperienza? Immaginiamo di dare la parola proprio al neonato, che con dolcezza e ingenuità ci racconta il suo primo servizio fotografico.

Giulia Restuccia

10/1/20252 min leggere

Com’era quel giorno?

“Dormivo quasi sempre… ma mi hanno messo in una copertina morbida che sembrava una nuvola. Ogni volta che mi sistemavano mi sentivo caldo e coccolato. Non c’era fretta, tutto scorreva piano, come una ninna nanna senza fine.”

Ti ricordi i fotografi?

“Erano super silenziosi! Mi muovevano piano piano, come se fossi fatto di zucchero filato. Mi sorridevano sempre, anche se io tenevo gli occhi chiusi. Mi hanno fatto sentire al sicuro, come tra le braccia della mamma e del papà.”

Cosa pensi delle tue foto newborn adesso?

“Mi fanno ridere, avevo la faccia tutta paffuta e sembravo un piccolo re. C’è una foto in cui sono avvolto come un fagottino, un’altra in cui mi appoggio sulle mani: guardandole mi sembra quasi di raccontare già una storia, anche se avevo solo pochi giorni.”

Sei contento che i tuoi genitori abbiano fatto questo servizio?

“Sì, così posso vedere com’ero appena arrivato nel mondo. È come avere il mio primo album dei ricordi. Mamma e papà ogni tanto mi mostrano quelle foto e io penso: Ero proprio io, minuscolo e già tanto amato.”

Ti sei sentito a tuo agio?

“Sì! Lo studio era caldo e silenzioso, sembrava di stare ancora nella pancia della mamma. Nessuno aveva fretta e tutto era fatto con calma.”

Hai sentito la presenza di mamma e papà?

“Certo! Anche se dormivo, sapevo che erano lì. Sentivo le loro mani vicine e il loro profumo… quello mi ha fatto stare ancora più tranquillo.”

C’era qualcosa di divertente?

“Un po’! Ogni tanto mi mette­vano dei cappellini buffi o delle fasce morbide in testa. Credo che mamma e papà ridessero piano piano, ma io continuavo a dormire sereno.”

Hai avuto paura in qualche momento?

“No, mai. Tutto era lento e delicato. Ogni volta che mi sistemavano, era come ricevere una carezza. E se piangevo, mi prendevano subito in braccio per calmarmi.”

Che cosa ti piace di più delle tue foto?

“Che raccontano quanto ero piccolo e fragile… e quanto amore c’era già intorno a me. Ogni foto è come un abbraccio che resta per sempre.”

Conclusione

Attraverso questa intervista immaginaria possiamo cogliere lo spirito di una sessione fotografica newborn: un’esperienza serena, intima e piena di dolcezza, dove ogni dettaglio è pensato per il benessere del piccolo e la tranquillità dei genitori. Un ricordo che non è solo da sfogliare negli anni, ma da rivivere con il cuore.